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Commenti al testo di Redazione LaRecherche.it
Giardini

Sei nella sezione Commenti
 

 Roberto Maggiani - 18/05/2012 01:20:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Sì, Sophia mi piace anche proprio per i motivi che entrambe, care Loredana e Franca, ben mettete in evidenza. C’è una sorta di razionale precisione nei suoi versi, capace di creare una breccia sul sacro (sul divino?) insito nel reale.

 Franca Alaimo - 17/05/2012 22:21:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Innanzitutto un bravo al traduttore che nella versione italiana è stato attento allo spirito del testo originale ed anche al suo ritmo, cosa assi più difficile. So quanto Sophia de Mello piaccia a Roberto che più di una volta l’ha proposta ai lettori della rivista, e probabilmente ne capisco il perché: la poetessa, infatti, nei luoghi della natura legge le impronte di qualcos’altro ed, infatti, il verso chiave di tale interpretazione è quello che paragona il giardino ad una "stretta coppa", che "trasborda di annunciazione"; questa coppa rimanda già a uno spazio sacro di rivelazioni che è senza dubbio il
centro stesso dell’anima. Se essa fiorisce in tutta la sua ricchezza, può essere capace di soddisfare la lunga sete di freschezza. E’, tutto sommato, un discorso sulla bellezza istituita sulle dimensioni parallele della visibilità e dell’interiorità, della terrestrità e della divinità.
Inutile dire che con Sophia de Mello ci troviamo ai vertici della produzione poetica e come tale lavoro sia incoronato dalla misura silabica e dall’irradiamento delle rime come fioriture sonore ai margini dei versi. Roberto, come è sua abitudine, commenta ciò che a sua volta ha letto nelle cose viste dalla poetessa portoghese con ciò che il su occhio ha catturato con la macchina fotografica. L’insieme di foto e di versi e di traduzione ci regala una specie di visione edenica che ci sommerge beatamente.

 Loredana Savelli - 15/05/2012 17:57:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Poesie che sembrano scolpite, verso per verso, tanto preciso e curato è il lessico, quasi didascalico nel tentativo di fermare il paesaggio con la maggiore obiettività possibile, quasi come fosse una fotografia, per quanto la poetessa spesso si rivolga al giardino con un "tu" personificato o magari riporti una personale visione simbolica.
Credo che la traduzione sia stata ardua per restituire il suono musicale della lingua portoghese, considerando la presenza di rime in fine di verso.